Agli ordini e ai proclami in bianco e nero delle autorità italiane e tedesche militari amministrative e politiche, generali e locali, Salo sostituisce, già dall’ottobre del 43, una intensissima propaganda a colpi di manifesti illustrati.

 I manifesti murali, quasi sempre drammatici, ma di indubbia efficacia hanno spesso le donne come protagoniste.

Inizialmente essa è vista nella sua qualità di moglie e madre del soldato, come vittima dei liberatori dei bombardamenti, dei partigiani.

Una figura femminile esorta gli italiani a non far passare gli invasori.

I giornali di partito riconoscono alle donne la capacità di indirizzare le scelte.

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